Ragu’ se non fosse così disperato potrebbe essere bellissimo. Perché è un incrocio segugio italiano, dai colori caldi e dallo sguardo intenso.
Pesa forse 17 Kg, è diventato magro in questi anni. E’ vaccinato e chippato, e forse sterilizzato.
Ragu’ ha 7-8 anni, e sono 5 anni che vive, ma è vita questa? In un box di cemento di circa 5 metri per 5, insieme ad altri 4 cani. Da qui non è mai uscito, mai ha varcato quel cancello.
Ragu’ non ha più passeggiato, non ha più rivisto l’erba, non vi ha più posato le zampe.
Non ha più profumato un albero, solo per sapere se esistono ancora. Solo per consolarsi con il suo profumo e sopravvivere un altro poco.
Da quei box, anche se si avvicinano alle grate, i cani non vedono l’esterno, solo uno stretto corridoio e le pareti di cemento di altri box. Non vedono neppure gli altri cani.
I cani non mentono mai su ciò che provano, perché non possono mentire sulle emozioni. Nessuno ha mai visto un cane triste che fingesse di essere felice.
E Ragù è tristissimo, gli occhi sono lo specchio dell’anima anche per loro.
Il suo muso, i suoi occhi, sono disperati.
Non è stato voluto, non è stato amato, accalappiato abbandonato fra le campagne. Sempre solo e soprattutto dimenticato da tutti.
E dopo 5 anni di questo abbandono, di questa privazione sensoriale infinita, Ragù non spera più.
Quando è arrivato era curioso, interagiva. Adesso quando i volontari entrano nel suo box, un’unica volta ogni 2-3 mesi, si rannicchia contro un muro. Ma ancora si fa accarezzare.
Solo che non spera più, l’orrore è troppo grande perché lui possa immaginare che finisca.
Qui gli anni passano, Ragu’ non vede mai nessuno, in un canile dimenticato fra le montagne, senza volontari. Si è intristito, all’inizio era fiducioso, ci guardava, ci aspettava.
Ma in questo box non migliorerà mai, sprofonderà sempre di più in una solitudine e sofferenza senza fine. E’ sempre solo e triste, nulla cambia nelle sue giornate senza fine.
E’ anche diventato magro, perché qui le pappe buone non ci sono e in questo canile fra i monti il freddo è intenso e i cani a pelo raso come lui lo soffrono di più.
Ragu’ ha uno sguardo molto penetrante, molto intenso che non si dimentica. E occhi dolci, sotto l’immensa tristezza.
Quando ci vede vorrebbe venirci incontro, essere coccolato, una volta in 5 anni di solitudine. Ma non osa.
Allora si appiattisce contro il muro, e, a testa china, si lascia accarezzare.
Potrebbe ancora essere un segugio italiano bellissimo . Facciamo rialzare la sua testa. Basterà solo un gesto d’amore che apra il cancello della sua prigione.
Che lo faccia camminare ancora. Gioire per il posarsi delle zampe sull’erba, per il suo colore e profumo.
Per buone pappe e una cuccia calda. Per la certezza che quello che aspettava e sperava appena entrato in canile, si è avverato.
Ragù non lo sa che è Natale, che per gli uomini in questi giorni la luce brilla.
Accendiamo una luce anche nella sua vita. Lui non lo dimenticherà mai.
La sua dolcezza, il suo cuore immenso saranno il suo dono.
LO PORTEREMO DAPPERTUTTO CON UNA STAFFETTA.
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