GIUSEPPE E’ STATO SPOSTATO IN UNO STALLO, ORA E’ DIVENTATO IL BELLISSIMO CANE CHE VEDETE IN FOTO, E’ STATO CURATO ED ORA E’ NEGATIVO ALLA LESHMANIA.
E’ BIANCO ARANCIO, BELLO, DOLCE E BUONO, MERITA UNA CASA PER SE’.
SA ANDARE AL GUINZAGLIO, E’ FELICE PER I CIUFFI D’ERBA COME PER UN REGALO.
SEGUE LA PERSONA CHE LO HA SALVATO COME UN BAMBINO SEGUIREBBE IL PADRE.
SE GIUSEPPE VERRA’ ADOTTATO UN ALTRO CANE CHE ADESSO VIVE NELLO STESSO CANILE PRENDERA’ IL SUO POSTO E VERRA’ SALVATO.
GIUSEPPE E’ NEGATIVO ALLA LESHMANIA, HA OCCHI MOLTO DOLCI, ESPRESSIVI, E TRISTI. DIAMOGLI FINALMENTE UNA CASA.
FAREMO SALIRE GIUSEPPE DA PALERMO CON UNA STAFFETTA.
SCRIVETECI LASCIANDO UN VOSTRO TELEFONO, VI RICHIAMEREMO.
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GIUSEPPE HA 5 ANNI, E’ ENTRATO IN CANILE CUCCIOLETTO E SONO 5 ANNI CHE VIVE CHIUSO IN UN BOX DEL CANILE, NEI PADIGLIONI PIU’ DIMENTICATI, SENZA ACCESSO ALL’ESTERNO.
E’ COSI’ ABITUATO A STARE NELLA GABBIA CHE, ADESSO CHE E’ STATO SPOSTATO IN UN ALTRO BOX, QUANDO L’OPERATORE APRE LA GABBIA PER PULIRE LUI NON ESCE, SI SIEDE SULLA SOGLIA, PAGO DI QUEL PO’ DI SOLE CHE VEDE.
GLI ABBIAMO FATTO AVERE DA POCO UNA CUCCIA DI PLASTICA E UNA COPERTINA, E LUI NON LE LASCIA MAI.
STA SEMPRE LI’ DENTRO, SONO IL SUO PARADISO.
GIUSEPPE PENSA CHE NON POTREBBE AVERE DI PIU’ DALLA VITA.
MASSIMA DIFFUSIONE ! 03/02/2016- Prov. Palermo.
ASSOLUTAMENTE NO FACEBOOK.
Giuseppe è un cane che sarebbe bello, pesa circa 20 kg, bianco e arancio, con un muso bello, solenne, pieno di fiducia.
Solo che Giuseppe è entrato in canile da cuccioletto e sono 5 anni che vive chiuso in un box dei padiglioni più lontani e dimenticati del canile, dove i box non hanno accesso all’esterno. I padiglioni dove sono rinchiusi i cani che da tantissimi anni sono in canile, i dimenticati.
Giuseppe è vissuto chiuso in questi corridoi di cemento con tanti altri cani, senza avere nulla, senza più rivedere l’esterno, il sole.
Da 10 giorni è stato spostato in un’area più interna, ma lui è così abituato a stare rinchiuso che quando l’operatore apre la sua gabbia per pulire, lui non esce.
Si avvicina alla soglia e resta seduto sulla soglia aperta, al sole, pago di quei pochi raggi di libertà che la porta aperta lascia filtrare.
Giuseppe non sa più cosa c’è oltre quella porta, non lo immagina più.
L’erba, un prato, un albero, sono per lui cose sconosciute. Non le ricorda, se mai le ha viste.
E vedere il verde dell’erba, posare le sue zampe su un prato, profumare un albero, sarebbe per lui una gioia immensa, che lo farebbe rinascere.
Adesso lo vedete così, ma con un bel bagno, lavato e pettinato, Giuseppe sarebbe bello, il mantello bianco e arancio e il muso solenne pieno di fiducia, da lord inglese.
E’ buonissimo con tutti i cani, convive tranquillamente anche con i maschi.
Con le persone è buonissimo, si fa fare di tutto. L’operatore lo accarezza, sul collo, sul muso, e Giuseppe gli lecca la mano, tirando fuori piano la lingua.
Gli scodinzola, si fa mettere le mani in bocca, stropicciare le orecchie e guarda grato, di quelle attenzioni, di quelle carezze che riceve, un minuto al giorno.
Abbiamo visto, spostandolo nell’altra area del canile, che sa andare anche al guinzaglio.
E’ un cane buono, equilibrato. E’ giovane ancora, eppure non aspetta più nulla.
Gli abbiamo fatto avere con il suo spostamento una cuccia di plastica e una copertina e Giuseppe non le lascia mai. Sono il suo paradiso, tutto quello che ha.
Non pensa neppure che potrebbe avere di più dalla vita. Quella cuccia di plastica e la copertina sono il massimo che secondo lui può avere.
Sta sempre seduto lì dentro immobile, si alza solo per mangiare. Dove dovrebbe andare? È chiuso in un box di cemento da cui i cani non escono mai, da cui non vedono l’esterno.
Resta immobile così notte e giorno. Non si aspetta niente. Per lui ogni giorno è sempre lo stesso nulla.
Giuseppe ha occhi tristissimi. E’ la tristezza in persona. Fa una pena tremenda vederlo sempre lì immobile, giorno dopo giorno.
L’operatore lo vede sempre lì immobile nella cuccia, ad aspettare che il tempo passi, che arrivi la notte, e poi un nuovo giorno, annunciato solo dai raggi che filtrano dalle grate, uguale al precedente.
In una casa Giuseppe avrà finalmente un motivo per alzarsi dalla cuccia, qualcosa verso cui andare, il sole, la luce, l’erba. Qualcuno a cui stare vicino.
Adesso, a parte i pochi minuti al mattino in cui vede l’operatore, sta sempre da solo.
Se portato fuori da lì, Giuseppe riprenderebbe a vivere. Vi seguirebbe felice e fedele, alla scoperta del mondo, del verde, dei colori.
Avrà bisogno di poco, è molto tranquillo. Si adatta con molta facilità, non ha voglia di fare tante cose, non sarà impegnativo averlo. Non sa cos’è il gioco, lui non sa più com’è la vita fuori dalla gabbia.
Poter stare su un tappeto in cucina, in un angolo, per lui sarebbe il massimo; un giardino, il paradiso.
E quando un giorno sarà lavato, pettinato, con il pelo tutto ricresciuto, seduto vicino a voi, non ci sarà quasi differenza fra lui e quei cani bellissimi che si vedono a volte nei film delle dimori inglesi. Ma forse lui sarà più bello.
E la gioia timida sul suo muso solenne, vi toccherà il cuore, illuminerà la vostra vita.
FAREMO SALIRE GIUSEPPE DA PALERMO CON UNA STAFFETTA.
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